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MODERNITÀ e VOLONTÀ DI POTENZA
http://www.adaptive.it/ph/modpot.htm
by Bruno Caudana

Penso abbia ragione il prof. Severino [LA STAMPA, 5-SET-2004, "Severino: attenti, il nuovo terrorismo è la Tecnica" (titolo poco Severiniano) di Jacopo Iacoboni] a identificare nella radice della filosofia greca, comune a Islam e Cristianesimo, una contrapposizione radicale alla modernità in cui Dio è morto. Vorrei però sottolineare che peculiare della radice greca è la pretesa di conoscere e voler parlare con VERITÀ di ciò che è BENE.

Questa caratteristica è stata ereditata in pieno da Islam e Cristianesimo, tanto da esserne il fondamento. Essa è, a mio modesto parere, il fuoco sacro che muove le azioni terroristiche, la violenza degli Stati e la pretesa di ciascuno di noi di ESSERE NEL GIUSTO a VOLERE quello che vogliamo di volta in volta. Colui che identifichiamo come TERRORISTA è il più convinto di tutti di agire secondo VIRTÙ e GIUSTIZIA. Ad esse è disposto a sacrificare la sua vità. Soltanto pensando di sapere ciò che è BENE ci si autolegittima ad agire contro ciò che si pensa sia MALE.

Ma questo non è prodotto della modernità. È la persistenza dell'aspirazione greca a vivere secondo VIRTÙ, che è la veste razionaleggiante della VOLONTÀ DI POTENZA: una VOLONTÀ DI POTENZA con i crismi della VERITÀ. Se si lascia intendere che la modernità produce questo (ma Severino non dice questo), una VOLONTÀ DI POTENZA asservita ad una TECNICA astratta e divinizzata, si mostra di non aver capito nulla della modernità, della sua elaborazione critica del concetto di VERITÀ e della conseguente morte di Dio. Mi pare piuttosto che si usino gli strumenti che la modernità ha saputo elaborare grazie alla sua azione critica verso il concetto di VERITÀ, per amplificare l'efficacia della VOLONTÀ DI POTENZA razionalizzata in VIRTÙ dal pensiero greco e dai suoi derivati poco critici, come il Cristianesimo e l'Islam, quando pretendono di conoscere la VERITÀ di ciò che è BENE.

Si pensi al concetto debole di VERITÀ che la moderna scienza usa: una teoria è solo PROVVISORIAMENTE VERA, finché un esperimento o una OSSERVAZIONE non la smentisce o la delimita; cioè se una teoria non collima con una osservazione si inclina a cambiare la teoria e non a cambiare realtà.

Questo atteggiamento nei confronti della VERITÀ ci ha dato una fisica che, al contrario di quella greca, di fatto funziona per spiegarci COME il mondo si comporta, regalandoci efficacia previsiva. E ci ha dato, come conseguenza, la teoria darwiniana dell'evoluzione, che ci spiega COME gli organismi biologici evolvono le loro caratteristiche (compresi i loro comportamenti) mediante TECNICHE che costantemente e casualmente INVENTANO. Gli organismi biologici (uomini del 2000 compresi) non sono manifestazioni di un ESSERE qualcosa, come cercavano i greci, ma DIVENTANO continuamente qualcos'altro. In compenso e CONTESTUALMENTE, tutto ciò ha disfatto ogni pretesa di conoscere il VERO BENE, tema al centro delle speculazioni dei greci e dei loro diretti epigoni.

Pretendere, come facevano i greci, di ingabbiare il mondo in un ESSERE qualcosa è LOGICAMENTE necessario per produrre un'ETICA (un DOVER ESSERE conseguenza dell'ESSERE) e una LEGGE che normi i comportamenti in modo pretestuosamente fondato. Ma ora sappiamo che, molto probabilmente, il mondo non funziona così, anche se a molti piacerebbe che fosse come pretendevano di descriverlo e piegarlo i greci, e con loro i Cristiani e gli Islamici.

Dio è morto non perché l'ha detto Nietzsche, ma perché lo abbiamo capito seguendo ed elaborando i ragionamenti di Galileo, Newton, Darwin e molti altri filosofi naturali che hanno abbandonato la speculazione dei filosofi greci sulla VIRTÙ. Speriamo che, con Dio, muoia presto anche la VOLONTÀ DI POTENZA che Dio generosamente regala di preferenza ai suoi adepti più fedeli. Ma ne dubito. È più facile inventarsi un Dio redivivo.


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